Burrnesh. Uno stato sociale speciale
La burrnesh è un’antica tradizione balcanica che permette alle donne di vivere come gli uomini, purché facciano voto di castità. Lo giurano agli anziani del villaggio. Dopo di che si dedicano esclusivamente al lavoro per la sopravvivenza della propria famiglia, preservando la loro purezza. Diventano capofamiglia, diventano uomini (vestiti come uomini) con doveri e diritti giuridici.
Queste donne sono conosciute come burrneshe (plurale, burrnesh per il singolare. La parola deriva da burrë = uomo) o come vergini giurate.
Secondo bbc.com al mondo ne sono rimaste circa una dozzina. Una di loro l’ha intervistata, Si chiama Gjystina Grisha (o Duni), ha 57 anni e vive nella regione del Lepushe, nel nord dell’Albania, dove la famiglia risiede da oltre un secolo.
Nelle epoche passate, accettare questa condizione ha significato per molte donne acquistare quella libertà sociale che soltanto gli uomini potevano permettersi, aprendosi la strada per lavori solitamente preclusi alle donne.
Anche Gjystina, fin da giovanissima, ambiva all’indipendenza. Disinteressata alla vita tradizionale fatta di matrimonio e faccende domestiche e, sopravvenuta la morte del padre che lasciava la famiglia in condizioni di estrema povertà, decise di farsi vergine giurata. Aveva 23 anni e la scelta fu per “lavorare sodo” ha raccontato alla bbc, per facilitare le cose alla mamma rimasta sola con 6 figli.
L’unico modo per sopravvivere
Come burrnesh e capofamiglia, pratica l’arte della fitoterapia; prepara tè e oli curativi come le insegnò il padre, il quale “si preoccupava molto delle erbe medicinali” ricorda Gjystina, desiderosa di trasmettere tali conoscenze alla nipote Valerjana, anche se, naturalmente, quest’ultima non è una vergine giurata. Ha lasciato il piccolo paese di montagna, dove la vita è, a tutt’oggi, molto dura; un posto remoto, lo descrive bbc.com, spesso, isolato per le copiose nevicate che interrompono l’elettricità. Valerjana a 16 anni si è trasferita a Tirana (capitale dell’Albania), dove ha studiato regia teatrale e fotografia.
Gjystina, invece, oltre a occuparsi delle erbe mediche, gestisce una pensione, lavora la terra e si prende cura dei suoi animali e rimarca come “l’Albania era un mondo di uomini, l’unico modo per sopravvivere era diventarlo”.
Le donne, infatti, erano considerate proprietà dei loro mariti, mariti non scelti ma decisi dalla famiglia, secondo l’organizzazione sociale dell’Albania settentrionale e del Kosovo del XV secolo. In quel periodo storico affonda le sue radice la tradizione burresh nata nel ambito del Kanun, il codice di diritto usato in quell’aria geografica.
Burrnesh, uno status sociale speciale
“Ci sono ancora molte idee sbagliate che circondano questa tradizione. Comunemente, diventare una vergine giurata non era una decisione basata sulla sessualità o sull’identità di genere, ma piuttosto su uno status sociale speciale che veniva concesso a coloro che prestavano giuramento” spiega alla bbc l’etnografa Aferdita Onuzi, esperta di burrnesh.
Nel passato spesso la decisione di diventare una vergine giurata era anche un modo per sfuggire al matrimonio combinato senza disonorare la famiglia e per evitare che nascessero faide conseguenti tra le famiglie coinvolte.
Secondo il Kanun, infatti, le vendette di sangue erano un obbligo sociale che salvaguardava l’onore. Potevano iniziare con un insulto o una minaccia e arrivare all’omicidio. Omicidio che poi andava vendicato, uccidendo l’assassino o un uomo della sua famiglia. La burrnesh evitava le faide.
Da decisione obbligata, con il tempo è diventata una scelta personale. Come nel caso della nostra Gjystina che non ha pentimenti e il sacrificio di rinunciare a diventare madre e formarsi una famiglia è stato ampiamente ripagato nel guadagnare “più rispetto per me stessa”.
Immagine: Gjystina Grisha, una vergine giurata, in una fotografia tratta da YouTube