15 settembre 1993, un commando mafioso uccide Don Pino Pugliesi

15 settembre 1993, un commando mafioso uccide nel quartiere Brancaccio di Palermo, il parroco Don Giuseppe Pugliesi, detto Pino, che nei tre anni trascorsi nel quartiere si era dedicato al contrasto alla mafia, cercando di sottrarre i più giovani a un destino segnato dalla criminalità. Una sottrazione di “braccia future”, una contrapposizione all’autorità mafiosa incontrastata nel quartiere,  che i boss mafiosi considerarono intollerabile.

Don Pino Pugliesi dedicava tutte le sue energie ai bambini che vivevano per strada e che consideravano i boss mafiosi degli idoli, persone che sapevano “farsi rispettare”.  Attraverso attività e giochi Don Pino voleva far comprendere a questi bambini come il rispetto passa attraverso le proprie idee e i valori fondamentali. Ed è riuscito a sottrarre dalla strada bambini che dopo poco, già nel corso della loro pre- adolescenza sarebbero stati risucchiati dalla spirale della criminalità organizzata; usati per piccole rapine e spacci.

La mafia, Don Pino,  l’attaccava anche con le parole. Famose le sue omelie contro i boss dal pulpito ma anche dal sagrato della chiesa.

Il 16 luglio 1991 aveva fondato il centro “Padre Nostro”, oggi un’onlus, centro di accoglienza e recupero per minori, di divulgazione umana e di evangelizzazione con l’obiettivo di combattere la povertà e l’esclusione sociale; un contrasto permanente all’ancestrale cultura mafiosa, sostituita, attraverso la divulgazione, dalla nuova cultura della legalità.

Prima dell’attentato, Don Pino Pugliesi, aveva ricevuto numerose minacce, che non denunciò. Nel corso di una delle sue coraggiose omelie disse:
« Io non ho paura delle parole dei violenti… ma del silenzio degli innocenti ».