Francia. L’ambasciatore a difesa dei diritti LGBT+

Il primo ministro francese, Élisabeth Borne, ha annunciato che entro la fine del 2022 nominerà un ambasciatore LGBT+ a difesa dei diritti della comunità sulla scena internazionale; questa nuova figura sarà coordinata dal ministro degli Esteri.

La dichiarazione è avvenuta a Orleans, nel centro della Francia, dove Elisabeth Borne si trovava per  commemorare del 40° anniversario della depenalizzazione dell’omosessualità in Francia, il capo del governo ha assicurato che questa nuova posizione coordinerà l’azione del ministero degli Esteri.

In Italia, invece, possiamo vantare un anniversario molto più antico rispetto al Paese confinante che, in fatto di diritti, spesso ci sorpassa: da noi l’omosessualità è legale dal 1° gennaio 1890.

È tale è rimasta, tranne c nel periodo del regime fascista (1922 – 1943) quando gli omosessuali venivano condannati al confino e resistendo a 2 proposte di legge del 1960 e 1964 intenzionate a ripristinarne l’illegalità. Dal 1982 è legale il cambio di sesso e, come noto, dal 2016 dopo 30 anni del primo DDL. (questo sì che è stato un traguardo faticoso da raggiungere) sono entrate in vigore le unioni civili anche tra 2 persone dello stesso sesso.

Il matrimonio omossessuale è riconosciuto in 31 paesi del mondo.

Dal 2014 con la depenalizzazione del reato a Cipro del Nord l’Europa è diventata il primo continente dove ognuno può vivere liberamente il proprio orientamento sessuale.

Dove è ancora reato e si punisce con la pena di morte

Nel mondo ci sono ancora 63 Paesi che considerano l’omosessualità un reato e 6 ne prevedono la pena di morte: accade in  Arabia Saudita, Iran, Emirati Arabi Uniti, Somalia, Mauritania e Yemen.  Prevista  la condanna capitale ma solo per i musulmani nel Qatar e in alcune aree dell’Iraq, della Nigeria e delle Maldive e ancora nei Territori Palestinesi e nella Strisci di Gaza dove è previsto il carcere fino a 10 anni ma in realtà si rischia la morte e così In Afghanistan fino a un anno fa quando con ritorno del regime talebano al Governo la comunità LGBTQ+ è tornata a vivere nel terrore in tutto il Paese.

Da segnalare, infine, l’Uganda che nel 2019 ha respinto la proposta di legge di punire le persone della comunità con la pena di morte.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.