Giulio Regeni e tutti, tanti, troppi altri
Un anno è trascorso dalla scomparsa di Giulio Regeni e sei dalla rivoluzione egiziana del 2011. I due anniversari cadono nello stesso giorno, il 25 gennaio.
La terribile vicenda di Giulio Regeni ha assunto un’eco internazionale. Ha fatto luce su quella che in Egitto sembra essere diventata una sistematica violazione dei diritti umani, politici e civili a danno dell’opposizione laica e islamica.
Già il Parlamento europeo l’8 marzo 2016 aveva approvato la risoluzione con la quale, oltre a condannare “fermamente le torture e l’assassinio in circostanze sospette del cittadino UE Giulio Regeni” rilevava che la morte del ricercatore friulano “non era un caso isolato, ma si era verificato in un contesto di torture e scomparse avvenute in Egitto negli ultimi anni”.
Oggi i dati riportati da Al-Nadeem Center for the Rehabilitation of Victims of Violence lo confermano. Oltre 40mila i prigionieri politici, 464 gli attivisti scomparsi, 1676 i casi di tortura, 267 le persone uccise dalla polizia e 700 processate con sentenza di condanna a morte, anche se non ancora eseguite.
Com’è accaduto a Giulio Regeni, accusato fallacemente di spionaggio per conto della Gran Bretagna, così per tutte le vittime del regime egiziano in corso, ogni motivo è usato e strumentalizzato per zittire non solo di dissidenti ma anche i sostenitori dei diritti umani, contro i quali si registrano aggressioni fisiche, arresti arbitrari e ingiustizie.
Milano
Per fare il punto sulla situazione dei diritti umani in Egitto, l’Ordine degli avvocati di Milano in collaborazione con Cospe Onlus, Amnesty International, il Festival dei Diritti Umani e Aoi, ha organizzato per il 20 novembre 2017, un convegno nel corso del quale autorevoli testimoni presenteranno e racconteranno i casi emblematici di attivisti egiziani e voci libere, vittime della repressione egiziana.
Si approfondiranno le vicende umane con letture accompagnate dagli scatti del fotografo Shawkan, oggi in carcere. Le giornaliste Anna del Freo e Laura Cappon illustreranno la situazione del collega Isamil Alexandrani; il sindacalista Ibrahima Niane racconterà la storia di Farouq al-Sayed detenuto per sciopero; il designer Giulio Iacchetti presenterà la storia di Omar Mohammed Alì studente di architettura condannato all’ergastolo; Enzo Bertolino narrerà la vicenda di Moshageb capo tifoso della squadra dello Zamalek, in sciopero della fame. In merito ricordiamo che la Corte egiziana nel 2015. a seguito della denuncia del presidente della stessa squadra dello Zamalek, ha decretato lo scioglimento di tutte le tifoserie calcistiche d’Egitto, considerandole organizzazioni terroristiche, portando nell’illegalità ufficiale tutti i gruppi ultras.
Ahmed Abdallah, che ha trascorso circa 6 mesi e Alessandra Ballerini, rispettivamente consulente e avvocato della famiglia Regeni affronteranno il caso di Giulio Regeni.
Inoltre, interverrà il chirurgo Ahmed Said, arrestato per aver curato i feriti delle manifestazioni del 2015.
Il Convegno del 20 novembre, patrocinato dal Comune di Milano, avrà inizio alle h. 9.30 presso il salone Valente di via San Barnaba 29, Milano.
La partecipazione varrà l’attribuzione di 3 crediti formativi per l’ordine degli avvocati. Per iscriversi rivolgersi alla piattaforma: http://www.ordineavvocatimilano.it/
Roma
Incentrata interamente sul ricordo di Giulio Regeni, la manifestazione nazionale “365 giorni senza Giulio“, organizzata da Amnesty International, che si terrà il 25 gennaio 2017, presso l’Università della Sapienza di Roma.
Nel corso dell’evento saranno letti stralci dei diari di viaggio di Giulio Regeni ed è previsto l’intervento telefonico dei genitori del ricercatore. Presenti invece, fra gli altri, Luigi Manconi, presidente della Commissione straordinaria diritti umani del Senato; Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale della stampa italiana; Carlo Bonini, giornalista de La Repubblica.
La manifestazione che avrà inizio alle ore 12,30 con il saluto del Rettore della Sapienza, Eugenio Gaudio, sarà condotta da Marino Sinibaldi, direttore di Rai Radio 3.
Per seguire e partecipare all’iniziativa è possibile utilizzare l’hashtag #veritàpergiulioregeni e #365giornisenzagiulio.
Considerazioni
Nonostante molti continuano ad affermare che la verità per Giulio Regeni sia in fase stagnante e lontana, risale a poco più di un mese la conferma di una svolta nelle indagini, già preannunciata a fine luglio 2016 dal servizio televisivo della giornalista Flavia Filippi del Tg de La7. Ulteriori interessanti tasselli alla ricostruzione dei fatti, sono stati aggiunti dall’inchiesta condotta da Giulia Bossetti e da Riccardo Iacona (da destra nella foto al lato), presentata nella trasmissione televisiva “Presa Diretta”, andata in onda su Rai 3 il 29 agosto 2016.
Nel corso dei 2 vertici tra le procure di Roma e del Cairo tenutisi a Roma nel settembre e dicembre 2016, sono emerse ammissioni e consegnate dagli egiziani documentazioni giudiziarie, testimonianze e tabulati che hanno fatto cadere l’architettura ufficiale, menzognera e deviante, assunta nei primi mesi dall’Egitto, permettendo di compiere notevoli passi avanti verso la verità sulla sorte di Giulio Regeni.
Le indagini proseguono; molti degli atti consegnati alla Procura di Roma sono in corso di traduzione dall’arabo all’italiano e andranno vagliati. Ma nell’ambito della complessità della realtà politica e sociale egiziana e alla luce dei fatti, ci sentiamo di ribadire, che le indagini hanno imboccato la strada giusta.
Giulio Regeni, il cui corpo lacerato dalle torture fu ritrovato il 3 febbraio 2016, avrebbe compiuto 29 lo scorso 15 gennaio.