Parigi e Roma. Indissolubilmente unite …

Sul Monte Bianco, la lotta sui ghiacci tra Francia e Italia, intitolava in prima pagina lo scorso 30 dicembre, il quotidiano francese Le Monde. Si riferiva alla questione del confine della cima della montagna più alta delle Alpi, sembra, mai definita con reciproca soddisfazione fra i 2 Paesi.

Il tetto del mondo (perché il più alto dell’Europa Occidentale), sorge sulla linea spartiacque tra la Valle d’Aosta ( Italia) e l’Alta Savoia (o Valle dell’Arve prevalentemente territorio francese). Nel 1861 un trattato bilaterale tra Italia e Francia stabiliva la cima del Monte Bianco frontaliera, ossia divisa a metà tra i 2 Paesi. Il trattato è tuttora legalmente valido, essendo stato ribadito nel 10 febbraio 1947 nel Trattato di Pace o di Parigi (dopo la sua sospensione durante il Secondo conflitto mondiale). Allora perché la contesa o, se preferite la querelle? La risposta la fornisce Luciano Caveri: a Le Monde discorrendo con Jérôme Gautheret, a noi attraverso il suo blog.

“Nel 1865 il cartografo francese Joseph Mieulet disegnò una carta che illustrava la sommità del Monte Bianco completamente nel versante francese, facendo arbitrariamente fare al confine naturale un’anomala deviazione dalla cresta spartiacque” scrive Caveri – Lo Stato italiano non replicò ma non accettò mai i confini stabiliti da Mieulet”. Così le carte geografiche dell’Institut Geographique National de France mostrano la cima in Francia, mentre in quelle disegnate dall’Istituto Geografico Militare di Firenze riportano il confine tra i 2 Paesi esattamente sulla cima.

L’ambiguità irrisolta

Luciano Caveri – politico italiano che dopo aver svolto vari incarichi a livello nazionale ed europeo, oggi è responsabile degli Affari Europei della Regione Autonoma della Valle d’Aosta – ha portato la questione nelle sedi istituzionali italiane con 2 interrogazioni parlamentari nel 1996 e nel 1999 e in sede europea “formando una Commissione bilaterale di diplomatici e di esperti dei 2 Paesi per dirimere la querelle ma i lavori terminarono con un nulla di fatto. Pare che i francesi contestassero l’assenza di una mappa negli accordi originari, che invece esiste, eccome!”. Segnaliamo che l’impegno profuso da Caveri per disciplinare il confine è stato apprezzato e confermato da Giorgio e Laura Aliprandi, esperti di cartografia e autori del libro Le grandi Alpi nella cartografia 1482-1885, pubblicato nel 2007 da Priuli & Verlucca.

Rimane, dunque, quest’ambiguità che crea confusione sulle eventuali responsabilità penali e civili in caso di negligenze da parte delle amministrazioni locali. Non si tratta, dunque, di mero sciovinismo, ma come scrive ancora Caveri, di “ onestà intellettuale per evitare che un giorno, ad esempio per un qualche incidente di montagna sulla cima – possa scoppiare un caso di competenza territoriale fra magistratura francese e italiana per l’evidente paradosso di carte geografiche così diametralmente diverse sullo stesso pezzo di territorio”.

Infatti, si riparla della contesa dall’ottobre scorso, quando  Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese, ha deciso di emanare un decreto per preservare il Monte Bianco, dai danni del surriscaldamento climatico e del turismo di massa, si tratterebbe di un’area protetta di 32 chilometri quadrati intorno al vertice alpino: comprenderebbe anche l’anomala deviazione dalla cresta spartiacque del 1865 e ritenuta valida dalla Francia?

Parigi e Roma, indissolubilmente unite da 65 anni

Ma mentre sul confine Nord Occidentale i Paesi non si accordano, le rispettive capitali Parigi e Roma, si preparano a celebrare il 65° anniversario del gemellaggio.

Era il 30 gennaio 1956, quando venne suggellato, dall’allora sindaco di Roma, Salvatore Rebecchini e il presidente del Consiglio comunale di Parigi Jacques Féron sotto l’impegnativo motto Solo Parigi è degna di Roma e solo Roma è degna di Parigi. Si trattò di “un giuramento di fratellanza, l’unico gemellaggio in essere per entrambe le città – apprendiamo da associazioneromaparigi.info – un patto esclusivo” rinnovato dai rispettivi sindaci a venire: nel 1994 da Francesco Rutelli e Jacques Chirac, nel 2006 da Walter Veltroni e Bertrand Delanoë e nel 2014 da Ignazio Marino e Anne Hidalgo. Nel 2016, il sessantesimo, venne festeggiato sia a Parigi sia a Roma.

Dal 1956 la colonna di epoca romana con la nave a vele spiegate – emblema di Parigi – situata alla Terme di Diocleziano a Roma, e una riproduzione della Statua della Lupa capitolina  posta a Parigi, in Square Paul Painlevé, ricordano l’accordo.

La cooperazione franco-italiana per la lirica

Nel 2021 la pandemia non permetterà cerimonie ad hoc, ma segnaliamo che nel dicembre appena trascorso gli enti lirici delle 2 capitali, il Teatro dell’Opera e l’Opéra National, hanno siglato un accordo di cooperazione franco-italiano in ambito artistico, realizzato dalle rispettive ambasciate e che ha visto già le produzioni di concerti eseguiti sia Roma sia a Parigi dai giovani talenti della Fabbrica dell’Opera di Roma e dell’Académie de l’Opéra national de Paris.

Un accordo per la reciproca diffusione culturale, ma che per i direttori delle 2 Accademie e dei teatri d’Opera significa “la volontà di Francia e Italia di ripartire insieme” post-Covid 19. Basti che non si parli della sovranità della cima del Monte Bianco.

 

Immagini: 1) Monte Bianco; 2) Luciano Caveri, da tempo impegnato nel risolvere la disputa sulla sovranità della cima del Monte Bianco; 3) Roma, Terme di Diocleziano – la colonna antica con la nave a vele spiegata, simbolo di Parigi, posta nel 1956, anno del gemellaggio fra le 2 città; 3) da sinistra Carlo Fuortes, sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma e Christian Masset, ambasciatore francese in Italia

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