L’ottava edizione della Mappa dell’Intolleranza
Pubblicata l’ottava edizione della Mappa dell’Intolleranza, il progetto ideato da Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti in collaborazione con l’Università Statale di Milano, che rileva, attraverso l’analisi dei social, dove l’intolleranza è maggiormente diffusa e su quali argomenti, temi, soggetti.
Il periodo considerato va da gennaio a novembre 2024, contrassegnato da grande inquietudine per il proseguimento delle guerre in Ucraina e in Medio Oriente (Gaza – Israele), per le elezioni presidenziali degli USA e, secondo il rapporto, per il “prepotente insorgere di fenomeni populisti nel mondo”.
Dai risultati analizzati è stato registrato un avanzamento dell’odio contro le donne, che sono la metà dei destinatari dell’hate speech; non inaspettato anche il considerevole aumento dell’ostilità di matrice antisemita che passa dal 6,59% del 2022 all’attuale 27%. Di minor rilievo ma, comunque, in crescita la xenofobia e l’islamofobia.
Donne che odiano le donne
Riguardo alla xenofobia e islamofobia va sottolineato l’incremento dell’attitudine femminile a mostrare intolleranza verso le donne straniere e non solo. Nella categoria degli odiatori troviamo che “nella categoria misoginia, ben il 20, 81% dello hate speech è prodotto dalle donne stesse (contro il 30,15% degli uomini), fenomeno che parrebbe prefigurare una sorta di “auto- oggettivazione”, di scelta cioè di un bersaglio esterno (un’altra donna), a fronte della difficoltà a percepirsi in quanto vittima o a viversi come poco autonoma”.
La provenienza dall’intolleranza: Roma antisemita e omotransfobica, Milano misogina e xenofoba
Pressoché invariata la provenienza dell’odio dalle diverse regioni e città italiane. Tra queste ultime predominano la più grandi, c’è si riscontra la maggiore diffusione della piattaforma X, che secondo una ricerca della Berkeley University, incita all’odio. Roma e Milano si differenziano come soggetti ai quali scagliare l’odio: nella prima si riscontrano soprattutto attacchi verbali antisemiti e omotransfobici; nella seconda, misogini e xenofobi.
Dal reale al virtuale. Social, cinghia di trasmissione tra i media tradizionale, la politica e sacche di forte malcontento
Viviamo “un periodo dunque di incertezze e fragilità, che si sono riverberate, nel vissuto quotidiano delle persone, contribuendo a creare un tessuto endemico di tensione e polarizzazione dei conflitti – spiegano ricercatrici e ricercatori di Vox al sito lastatalenews.unimi.it – .Oggi l’odio online è attore fondamentale nella rappresentazione della polarizzazione e i social si configurano come la cinghia di trasmissione tra i mass media tradizionali, la politica e alcune sacche di forte malcontento, che trovano sfogo ed espressione proprio nelle praterie dei social”.
Dal virtuale al reale. Educazione ai sociale e riconsiderazione delle relazioni fra i mass media
Avvalendosi anche della collaborazione dell’Università di Bari, nel 2024, le analisi e gli approcci di ricerca rinnovati, hanno permesso una raccolta di materiale che, oltre ad offrire una visione più ampia del fenomeno dell’ hate speech, porta ad un ripensamento e riorientamento di prevenzione anche attraverso “l’educazione all’uso dei social network” e alla riconsiderazione delle “relazioni fra mass media, piattaforme social e utenti, al fine di prevenire forme sempre più radicali di odio, che possono superare i confini della dimensione online e tradursi in atti concreti come i femminicidi o i sempre più frequenti attacchi di bullismo”.
Gli autori
Oltre alle già menzionate università La Statale di Milano (Dipartimento Diritto pubblico italiano e sovranazionale) e l’Aldo Moro di Bari, Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti, ideatrice delle Mappe si avvale della collaborazione della Sapienza – Università di Roma e per la realizzazione dell’ottava edizione il Dipartimento di Informatica Giovanni Degli Antoni e il centro di ricerca Human Hall della Statale.
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