Letteratura universale. Valore per l’uomo senza confini
L’Università di Milano Bicocca torna sui suoi passi e ripristina il corso dedicato all’autore russo Dostoevskij, tenuto dallo scrittore e docente del Dipartimento di studi umanistici Iulm, Paolo Nori.
Lo stesso Nori aveva reso nota la prima decisione dell’ateneo milanese, che, se mantenuta, si sarebbe potuta ascrivere alla cancel culture con tutte le sue pericolose incongruenze, considerando che Fedor Dostoevskij (1821- 1881) è – con il connazionale Lev Tolstoj (1828 – 1910) – uno dei più grandi romanzieri e pensatori russi – e non – solo di tutti i tempi.
Figura universale, dunque, che trascende dal luogo di nascita e accantonata da un’università, come ha scritto lo stesso Nori su Instagram “non ci volevo credere”. Bisognerebbe parlare di più di Dostoevskij. O di Tolstoj, primo ispiratore dei movimenti non violenti, molto ammirato da Gandhi che poi ha perfezionato la pratica. Questa cosa che l’università italiana proibisca un corso su Dostoevskij per evitare ogni forma di polemica è incredibile”.
La polemica cui si riferisce Nori rientra nella motivazione adottata della stessa Bicocca. Ancora Nori racconta di aver ricevuto una email dall’ateneo che diceva “Caro professore, stamattina il prorettore alla didattica mi ha comunicato la decisione presa con la rettrice dì rimandare il percorso su Dostoevskij. Lo scopo è quello dì evitare ogni forma dì polemica soprattutto interna in quanto momento dì forte tensione”.
“Essere un russo è una colpa. Quello che sta succedendo in Ucraina – ha detto fra l’altro lo scrittore, riferendosi all’invasione della Russia – è orribile, e mi viene da piangere solo a pensarci. Ma queste cose qua sono ridicole”
Il corso, dunque, ci sarà, anche per le tante proteste che la sua cancellazione ha suscitato.
Ricordando, Hermann Hesse: “Dobbiamo leggere Dostoevskij quando ci sentiamo a terra, quando abbiamo sofferto sino ali limiti del tollerabile e tutta la vita ci duole come un’unica piaga bruciante e cocente”