Sì lo voglio. Le unioni civili passano ma senza la stepchild adoption
Come avevamo previsto il DDL Cirinnà ha subito il “colpo d’ascia”, è l’articolo 5 è stato definitivamente stralciato. Il 24 febbraio 2016, per raggiungere la maggioranza in Parlamento, il Partito democratico ha accettato le modifiche al DDL Cirinnà volute dal Nuovo centro destra.
Da tale accordo è nato il maxiemendamento DDL Cirinnà, testo di 12 pagine a firma di Maria Elena Boschi (Ministro per le riforme costituzionali e per i rapporti con il Parlamento) che prevede le modifiche che riportiamo di seguito.
Stralcio della stepchild adoption
Come abbiamo anticipato, viene eliminato l’articolo 5 del DDL Cirinnà che prevedeva l’estensione anche alle coppie omosessuali del diritto dell’adozione del figlio del partner sia naturale che adottato. Diritto di cui godono le coppie eterosessuali coniugate dal 1983 grazie alla legge 184/83, in materia di adozione del minore.
Luigi Zanda, capo gruppo al Senato del Partito Democratico, ha dichiarato che la stepchild adoption sarà introdotta in un disegno di legge sulle adozioni che dovrà avere “una corsia preferenziale” alla camera e al senato, per diventare legge entro “la fine di questa legislatura”.
Eliminazione dell’obbligo di fedeltà
L’eliminazione di questo punto è frutto della volontà del Nuovo centro destra di differenziare ulteriormente la legge sulle unioni civili, dall’istituto del matrimonio. Pertanto il maxiemendamento fa cadere l’obbligo di fedeltà tra i due contraenti, ma mantiene sia “l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione” sia l’eventuale assunzione del cognome comune.
Scioglimento unione civile
Mentre il ddl Cirinnà Bis, disciplinava lo scioglimento di un’unione civile rimandando agli articoli del codice civile relativi all’istituto del matrimonio, il
maxiemendamento prevede che la separazione anche se voluta da una sola delle due parti (non consensuale) sia decretata da un ufficiale di stato civile e non da un giudice.
Rimane immutato il resto del DDL Cirinnà, o per essere più precisi del Cirinnà Bis, com’era approdato in Aula del Senato il 28 gennaio 2016. Infatti, il testo originario era stato sottoposto dai suoi firmatari ad alcune modifiche, per cercare di non sacrificare il suo impianto nei punti cruciali, quelli eliminati dal maxiemendamento Boschi, da subito al centro di forte ostilità da parte del Nuovo centro destra, dagli ambienti cattolici e, dai cosidetti cattodem, ossia i politici di osservanza cattolica all’interno del Partito democratico.
Nonostante i compromessi per giungere all’accorto all’interno della maggioranza, il Governo ha posto la fiducia per il primo passaggio al Senato.
Oggi, 25 febbraio 2016 il Senato ha approvato la fiducia sul maxiemendamento relativo alle Unioni Civili. Il primo si per il disegno di legge, al Senato si è ottenuto con 173 voti favorevoli e 71 contrari. Presenti in aula 245 senatori, dei quali 244 votanti.
Ora il provvedimento passa alla Camera.
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