Coderbot. Programmiamo il presente per il nostro futuro
Un robot, non umanoide, che si fa strumento di didattica attiva è davvero un successo formativo. E tale doveva essere l’obiettivo dei ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca quandohanno avviato una campagna di crowdfunding che ha permesso la realizzazione di Coderbot.
Ne abbiamo parlato con il filosofo, specializzato in Filosofia delle Scienze, ricercatore presso Milano-Bicocca, Edoardo Datteri, padre ‘adottivo’ del simpatico e intelligente robotino, amico di tutta la comunità educante.
Elettronica, informatica, psicologia e pedagogia, unite per potenziare la formazione in senso lato, e, in particolare, le competenze trasversali.
Il CoderBot è dotato di telecamera, sensori di distanza, un microfono e un altoparlante. Quali sono le figure professionali che hanno concorso all’ideazione, progettazione e realizzazione del Coderbot?
CoderBot è stato inventato da Roberto Previtera, un maker con notevoli competenze informatiche e robotiche. Intorno al 2014 Roberto mi ha fatto conoscere il robot e io l’ho ‘adottato’ per le attività di ricerca di carattere psico-pedagogico che svolgo, assieme ai colleghi, all’interno del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
La nostra sensibilità in merito alle applicazioni didattiche del robot ha contribuito, in qualche misura, a modificare le caratteristiche dell’interfaccia di programmazione. Da circa due anni, poi, al gruppo si è unito il prof. Leonardo Mariani del Dipartimento di Informatica della Bicocca che, anche grazie a collaboratori e tesisti, ha curato lo sviluppo del software. Quindi le competenze coinvolte sono di carattere informatico, elettronico, robotico, psicologico e pedagogico.
Il progetto si è realizzato grazie al crowfounding, ora che è operativo, come si possono organizzare le scuole per integrarlo nella loro didattica? Parliamo di scuola primaria e secondaria di I grado, giusto?
CoderBot è utilizzato da anni soprattutto in scuole primarie e secondarie di primo grado. In genere lo si utilizza all’interno di attività di programmazione, in orario scolastico ed extra-scolastico, tese non tanto all’insegnamento dell’informatica quanto al potenziamento di quelle abilità che chiamiamo trasversali e che sono coinvolge nel ragionamento, nella soluzione dei problemi, nel pensiero logico e scientifico.
Per quali compiti è di supporto Coderbot? Sono gli studenti a programmare?
Non ci sono attività pre-impostate: l’insegnante può scegliere di utilizzarlo in molti modi all’interno della didattica scolastica. Sono gli studenti, generalmente, a programmare il robot perché manifesti un certo comportamento o certe modalità di reazione agli stimoli sensoriali. In attività che abbiamo chiamato di robo-etologia, invece, è l’insegnante a programmare il robot, mentre gli studenti devono cercare di capire come è stato programmato. Attività di questo tipo possono stimolare notevolmente la capacità di osservazione e formulazione di teorie ed esperimenti.
Ho visto sul vostro sito, che esiste un manuale d’uso; il manuale è sufficiente affinché il docente possa usarlo e formare i propri studenti?
Il manuale guida, soprattutto, nel processo di montaggio del robot. Non crediamo che sia opportuno predisporre attività didattiche pre-impostate per i docenti: molto meglio riflettere assieme a loro su come poter utilizzare il robot, date le caratteristiche peculiari delle loro classi e gli obiettivi didattici che si prefiggono. Per questo motivo, invece dei manuali, preferiamo offrire percorsi di formazione e di riflessione didattica.
Come sono state scelte le scuole di Aprilia – Istituti Silvio Pellico di Arluno e Arturo Toscanini -? Come reagiscono i bambini/ragazzi all’uso di Coderbot; è da stimolo anche per tutte le materie?
Le scuole di Aprilia sono state scelte da Sorgenia, che ha fornito un importante contributo al crowdfunding. In genere gli studenti sono molto contenti di utilizzare il CoderBot e i docenti lo utilizzano per la didattica su molte aree, da quella scientifico-tecnologica a quella geografica, matematica e persino linguistica e artistica.
Fotografia: Edoardo Datteri, ricercatore presso Milano-Bicocca, specializzato in Filosofia delle Scienze, nel laboratorio con i bambini e CoderBot