Palazzo Leoni Montanari. L’eterna lotta fra il bene e il male
Palazzo Leoni Montanari – Sta morendo una generazione che senza avere studiato ha insegnato i valori ai propri figli.
Stanno morendo coloro che non si sono mai arresi difronte alle difficoltà ma che ci hanno insegnato ad amare tutto della vita.
Se vi diranno che non potete realizzare i vostri sogni, non credeteci mai, e cercate di conservare i ricordi che vi hanno raccontato perché saranno un patrimonio di un valore immenso.
Ed è per questo che, superata la soglia dei miei venti anni moltiplicati per 4, voglio descrivere che cosa è la nostalgia di scoprire le bellezze che mi hanno circondato e che mi hanno portato a capire quel mondo infinito dell’arte e che si è sempre e solo placato in me nel contemplarlo e ho cercato di viverlo in prima persona.
Correva l’anno 1977, avevo una voglia matta di andare incontro a ciò che non conoscevo ed ignoravo, aiutata dal direttore della portineria dell’hotel dove soggiornavo a Montegrotto Terme, mi furono offerti due biglietti per visitare, a Vicenza, Palazzo Leoni Montanari.
Un’occasione da non perdere ed ancor oggi gliene sono grata.
Palazzo Leoni – Montanari. A visitar le meraviglie
Una vecchia Opel ci condusse in quella splendida città che è Vicenza, ma mai avrei pensato di entrare in un palazzo del 1676 in stile barocco che conserva un museo importante ed i capolavori della pittura veneta del ‘700.
Gli affreschi richiamano il classicismo greco romano e molte sono le allegorie. La loggia di Ercole domina il lato ovest e lo scalone interno porta al terzo piano nella sala di Apollo. Vi sono episodi dell’Iliade nella falsariga di disegni di Antonio Canova, splendide sono le immagini dell’Aurora e del Sole e dei personaggi di Omero, il giudizio di Paride e Achille che porta il cadavere di Patroclo, (quante reminiscenze scolastiche!).
Ma il mio girovagare non finiva qui . Vi erano da vedere i cartigli sui 4 continenti: l’America con freccia e faretra, l’Africa con la proboscide, l’Asia conquistata da Alessandro Magno e Cristoforo Colombo che scopre il nuovo mondo, la galleria della Verità, del Tempo e la Giustizia, le fatiche d’Ercole e poi la sala dell’Eneide.
Le collezione di ceramiche
Il crepuscolo avanzava ma sentivamo l’eco delle collezioni di ceramiche e i 500 reperti provenienti dalla necropoli di Ruvo che celebravano i tempi del mondo della magno greca tra il V e VI secolo A.C. La casa delle icone russe fiorite dopo le riforme dello Zar Pietro il Grande.
E poi entrare nel mondo della pittura veneta del ‘700 è stata un’emozione unica. Un percorso con 14 dipinti di Pietro Longhi, con le vedute e i capricci del Canaletto e Luca Carlevarijs.
La fantastica Piazza San Marco verso San Geminiano di Francesco Guardi, il Zuccarelli ed i suoi colori, e terminare poi la giornata tra le tele di Giambattista Tiepolo e il ritratto di San Giuseppe con bambino, emozioni indimenticabili.
La caduta degli angeli ribelli
Non restava oramai che inchinarmi davanti all’opera del 1740, in marmo di Carrara, di Agostino Fasolato (ma ultimi studi ne attribuiscono la composizione a Francesco Bertos) La caduta degli angeli ribelli, 60 figure scolpite in un pezzo unico di marmo di Carrara, alto quasi due metri, la cui bellezza – ma anche l’inquietudine – sono esaltati da un nuovo allestimento in una sala dedicata.
Un’ispirazione, la sua, nata dai versi dell’Apocalisse di San Giovanni, dove la guerra nel cielo vede Michele e gli altri angeli combattere contro Lucifero ed i suoi compagni ribelli, sconfitti, alla fine della lotta, e precipitati sulla terra.
È la battaglia tra il bene ed il male ed è una scultura dove si vedono i corpi riversi di due angeli sotto i piedi di Lucifero, ma che non sarà mai il vincitore di quella contesa.
Immagine: Vicenza, ingresso delle Gallerie d’Italia, Palazzo Leoni Montanari