Serra Moresca. Riapre l’Alhambra di Roma
Riapre la Serra Moresca, meglio conosciuta come l’Alhambra di Roma, all’interno di Villa Torlonia. Dopo un lungo restauro di 15 anni torna alla città la costruzione voluta nella prima metà dell’Ottocento dal principe Alessandro Torlonia che la commissionò all’architetto Giuseppe Jappelli nel 1840 e che è formata dalla Serra e dalla Torre Moreschi.
Oggi parte del polo museale della Villa, la Serra è ricca di palme, agavi, aloe e ananas, un giardino esotico dove si organizzeranno eventi, mostre, spettacoli, mentre l’ambiente coperto accoglierà laboratori didattici.
“Doveva essere un giardino all’inglese ma fu proprio l’architetto a convincere il committente, portandolo così verso uno stile moresco ispirato all’Alhambra di Granada – ha raccontato la sovrintendente Marini Clarelli, nel corso dell’inaugurazione -. Fu così che nacque una struttura molto moderna in piperino, ghisa e ferro con vetrate policrome. La grotta artificiale invece, nonostante le resistenze dell’architetto, fu fortemente voluta dal principe: era sorretta da strutture di legno e stucco e tanto grande da far entrare gli ospiti con le carrozze, ma nel tempo purtroppo non ha retto. Tutt’intorno c’erano laghetti e percorsi in legno sospesi. Oggi i suoi resti sono uno scenario naturale da ammirare”.
Aperta al pubblico dall’8 dicembre 2021, la visita seguirà il seguente percorso: dal padiglione della serra, dove la vegetazione fa da cornice alla fontana interna, oggi di nuovo attiva si proseguirà poi verso la Grotta artificiale pensata come il luogo della Ninfa (Nymphae Loci), con i suoi resti illuminati, le cascatelle e i laghetti, dove tornano a vivere ninfee e fiori di loto.
Dal basso si può vedere la Torre, imponente costruzione con ampie finestre con intelaiature in ghisa e vetri colorati che nascondono, all’interno, pareti riccamente decorate ma per ora non accessibili al pubblico. L’allestimento attuale si basa su uno studio accurato della documentazione grafica e fotografica del tempo e sulle descrizioni dei luoghi di Giuseppe Checchetelli (Roma, 1823-1879).
Villa Torlonia
La costruzione di Villa Torlonia, famosa per essere stata la residenza ufficiale di Benito Mussolini e della sua famiglia, venne iniziata nel 1806 su progetto dell’architetto Giuseppe Valadier per commissione di Giuseppe Raimondo Torlonia (che aveva comprato il vasto possedimento dai principi Colonna nel 1797).
Valadier trasformò i 2 edifici preesistenti (la casa padronale e il casino Abbati) in un palazzo e nell’attuale Casino dei Principi, aggiungendovi le Scuderie e un ingresso e ridisegnando il grande parco.
Nel 1832, Alessandro Torlonia, alla morte del padre Giuseppe, completò i lavori con l’architetto Giovan Battista Caretti e i suoi collaboratori, tra i quali il citato Jappelli che si occupò della parte meridionale della Villa, realizzando fra l’altro la Capanna Svizzera e la Serra Moresca e conferendo all’area un aspetto diverso del lato nord dove dominava lo stile neo-classico.
La terza generazione della famiglia rappresentata da Giovanni decise di trasformare la Capanna Svizzera nell’attuale Casina delle Civette, aggiungendo l’edificazione di un nuovo muro di cinta, il Villino Medievale e il Villino Rosso.
Nel 1919 nei sotterranei della Villa fu rinvenuto un cimitero ebraico di epoca romana.
Pochi anni dopo l’erede Torlonia del momento locava la proprietà a Benito Mussolini (leader del Partito fascista e capo del Governo italiano dal 31 ottobre 1922 al 25 luglio 1943) per la cifra simbolica di una lira l’anno. Le stesse condizioni furono mantenute dal successivo erede, il politico Alessandro Gerini (Torlonia, per ramo materno), nel 1938.
Durante la seconda guerra mondiale – ironia della storia – il cimitero ebraico fu adibito da Mussolini come rifugio anti-aereo.
Terminato il conflitto, la Villa venne abbandonata e soltanto nel 1978 il Comune di Roma l’acquistò trasformandola in parco pubblico.
Immagini: Roma, Villa Torlonia -1) Serra Moresca; 2) particolare dei vetri policromi della Serra; 3) il palazzo; 4) la Casina delle civette