Ambiente. Le selvagge discariche francesi
Mal comune mezzo gaudio? Decisamente, no. Questa volta la saggezza popolare non consola noi italiani — sempre impelagati nel problema della raccolta e smaltimento della spazzatura e rifiuti industriali, spesso connessi al malaffare – nell’apprendere dalla stampa d’oltralpe l’analoga situazione francese: il formarsi delle décharges sauvage, le discariche selvagge, come le chiamano lì, l’abbandono dei rifiuti in natura e il loro tramutarsi da “piccolo traffico a sistema mafioso”.
La denuncia parte da Didier Delpeyrou, membro fondatore del collettivo cittadino La Brigade Ecologiste.
Secondo l’ambientalista i 15 ettari del sito Fort Vaujours – ex sede della Commissione per l’energia atomica, ai margini del Bois de Bernouille oggi una foresta naturale protetta a 15 chilometri da Parigi – sono stati trasformati in “un gigantesco bidone della spazzatura a cielo aperto”.
Pneumatici, carrozzerie, batterie, lana di vetro, polistirolo, tubi, barattoli di vernice, materassi, divani, televisori e persino un albero di Natale con le sue decorazioni.
Una discarica di queste dimensioni secondo Delpeyrou può essere soltanto opera di professionisti. E ricorda l’intensificarci negli ultimi tempi del traffico degli autocarri con cassone ribaltabile.
Una situazione già grave che sta diventando pericolosa. Dalla grande estensione di rifiuti a cielo aperto si registrano fuoriuscite di gas; la discarica potrebbe essere “un cocktail esplosivo per i residenti locali” per i 30mila abitanti di Clichy-sous-Bois” comune nella regione dell’Île-de-France, periferia della capitale francese, sviluppatesi a partire dagli anni Sessanta del Novecento con l’arrivo di immigrati dall’Algeria, Tunisia e Marocco.
La denuncia di Didier Delpeyrou ci rimanda al lavoro d’inchiesta condotta dal canale televisivo France 2 nel 2019.
Con la campagna #AlertePollution, il canale aveva raccolto tante segnalazioni di cittadini sul susseguirsi dei furgoni che scaricavano rifiuti, anche industriali, senza pagare per il loro trattamento a Carrières-sous-Poissy (Yvelines), Comune a 30 chilometri da Parigi. “Un enorme discarica selvaggia” realizzata “dalla volontà di realizzare un profitto a scapito della tutela dell’ambiente” denunciava Christophe Delrieu, sindaco del comune.
All’origine dell’accumulo alcuni siti on line che propongono la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti di ogni genere, amianto compreso, a prezzi molto bassi. Dietro agli annunci “false aziende”, gestite da persone senza scrupoli che creano depositi abusivi, superando abilmente le norme di controllo. Via libera, allora, per la formazione dei depositi abusivi: l’associazione Gestes cleans contava “314.000 tonnellate di rifiuti, l’equivalente di 31 torri Eiffel, lasciati ai lati delle strade, nelle aree naturali, nei fiumi”.
Concludeva France 2 che ci sarebbero voluti almeno 3 milioni di euro per ripulire il sito.
Oggi, a 3 anni di distanza il comune di Carrières-sous-Poissy, pur adottando varie misure, è ancora alle prese con la spazzatura di vario genere lasciata sulla strada pubblica e secondo actu.fr con un “numero crescente di discariche illegali”.
Immagini: 1) ‘Île-de-France, ottobre 2021, membri del collettivo cittadino La Brigade Ecologiste; il membro fondatore Didier Delpeyrou, ha appena denunciato le gravi condizioni di una discarica illegale di 15 ettari (photo by France 24; 2) Ottobre 2019, dalla campagna di France 2 emerse la discarica di Carrières-sous-Poissy (Yvelines), (photo by LP/Olivier Corsan)