I biontainers. Per produrre il vaccino anti-Covid rna-messaggero in Africa

L’Africa è il continente meno vaccinato contro Covid -19 del mondo. Secondo le statistiche soltanto il 12% degli africani ha completato il ciclo vaccinale. Nei giorni scorsi l’azienda sudafricana Biologics ha annunciato la realizzazione del primo vaccino del continente a tecnologia Rna-messaggero (o mRna), utilizzando il codice genetico disponibile utilizzato da Biontech e Moderna. Ma l’apertura per una nuova fabbrica, rispettosa degli standard odierni, richiede 3 anni.

Per far fronte all’urgenza del presente è subentrata ancora l’azienda tedesca di biotecnologia e biofarmacia BioNTech, insieme alla farmaceutica statunitense Pfizer, la prima a sviluppare il vaccino mRNA anti-Covid. Insieme le 2 aziende hanno messo a punto e presentato i cosiddetti biontainers, ossia delle unità mobili in grado di produrre vaccini nei container, con la finalità di portare la produzione direttamente in Africa.

I biontainers sono state presentati a Marburg in Germania, nel sito di produzione della Biontech, alla presenza di presidenti del Ghana, Nana Akufo-Addo, del Ruanda, Paul Kagame e Macky Sall del Senegal, del capo dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus e della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

I biontainers 

Il laboratorio mobile è composto da 12 container e si dive in 2 moduli: uno riservato alla produzione di mRna e l’altro per il siero del vaccino.

I primi biontainers arriveranno in Ruanda e in Senegal mentre il Ghana si occuperà del riempimento e finitura della fiala.  Si impiegheranno 12 mesi per produrre le prime dosi e l’obiettivo, secondo l’azienda tedesca, è raggiungere una produzione di 50 milioni di dosi di vaccino Pfizer l’anno.

Per i primi tempi sarà presente il personale di Biontech, che si adopererà anche per formare il personale sanitario locale fino a renderlo completamente indipendente nella gestione dei laboratori mobili.

L’azienda tedesca pensa anche di utilizzarli per produrre i vaccini con la stessa tecnologia contro la malaria, (nel 2019 oltre il 50% dei decessi del mondo per la malaria sono avvenuti in 6 paesi del continente) e la tubercolosi.

Secondo il Ghana News Agency, l’OMS, l’Africa CDC/AMA (Centres for Disease Control and Prevention/ African Medicines Agency), l’Unione Europea insieme alla Biontech sono impegnate a identificare e stabilire il quadro normativo necessario.

Concedere le licenze. Per immunizzare tutta l’umanità

Le detentrici dei brevetti del vaccino anti-Covid non cedono alla loro liberalizzazione e l’amministratore delegato e cofondatore di Biontech, Ugur Sahin obietta che “i brevetti non sono tutto.  Quando installiamo la tecnologia e la consegniamo a un partner, questo otterrà anche la licenza per utilizzarla”.

Parole che richiamano quelle del nostro farmacologo decano Silvio Garattini. Recentemente intervistato da La Repubblica, Garattini ha dichiarato in proposito: “Gli Stati dovevano obbligare i detentori dei brevetti non tanto a cederli, che serve a poco se non spieghi come produrre il vaccino, quanto a concedere delle licenze di fabbricazione ad aziende in giro per il mondo, così da avere dosi a prezzi bassi, sufficienti a coprire tutta l’umanità”.

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