I crateri del Mar Morto. Quando la natura si vendica
Negli ultimi 50 anni il Mar Morto ha perso un terzo della sua superficie. Le acque si ritirano di circa un metro ogni anno rivelando un paesaggio lunare: terra imbiancata dal sale e perforata da strani crateri.
Questi crateri, riferisce l’agenzia francese Afp, possono formarsi “in una frazione di secondo e superare i 10 metri di profondità e le doline (cavità di origine carsica, ndr) si sono moltiplicate negli ultimi 20 anni sulle sponde del lago”. Il fenomeno delle doline si spiega così: l’acqua ritirandosi lascia dietro di sé macchie di sale sotterranee e quando piove l’acqua dolce “penetra nel terreno e dissolve le macchie di sale e la terra sovrastante a volte crolla” e forma i crateri.
Le caratteristiche del Mar Morto
Il Mar Morto a dispetto del nome è un lago salato situato tra Israele, la Giordania e la Cisgiordania, a circa 430 metri sotto il livello del mare, nel punto più basso della terra, con un clima caldo e secco.
Le sue acque si caratterizzano per una concentrazione di sale che supera di 10 volte quella dell’Oceano. Un tempo non era un bacino chiuso ma si collegava al Mar Mediterraneo, l’isolamento è avvenuto nel tempo per il sollevamento di alcune placche tettoniche.
Deve il termine Morto al fatto che la vita al suo interno è impossibile, così come sono fortemente sconsigliati i tuffi: l’alta percentuale salina potrebbe provocare nocive irritazioni agli occhi. Ma le sue coste sono intervallate da scogliere che scendono a picco nel mare e da coste lussureggianti nella zona settentrionale e qui sono state aperte terme che ospitavano tanti vacanzieri: ormai un ricordo lontano.
Le doline. Frutto dello sfruttamento. E la natura si vendica
Nell’oasi Ein Gedi, sulla sponda occidentale, i 3 chilometri di sabbia rocciosa che separano le terme dalla riva sono costellati di buche e anfratti. “A pochi chilometri più a Nord un intero complesso turistico si è trasformato in una città fantasma” scrive Afp .
Per Ittai Gavrieli, ricercatore dell’Israel Geological Institute, sono ormai migliaia le doline su entrambi i lati del Mar Morto: crateri “pericolosi” ma anche “unici e magnifici”, diretta conseguenza del prosciugamento del lago degli ultimi decenni accaduto per “l’effetto combinato della deviazione del fiume Giordano che vi scorre dentro e della crescente estrazione mineraria”.
Oggi il Mar Morto riceve solo il 10% del flusso del passato, deviato da Israele e Giordania per le loro necessità agricole e bisogno di acqua potabile. Il resto si addebita al riscaldamento climatico, che alimenta il fenomeno dell’evaporazione. A luglio 2021 a Sodoma sud-ovest del Mar Morto il termometro ha sfiorato i 50° .
“La vendetta della natura di fronte alle azioni umane inadeguate – commenta Gidon Bromberg, direttore israeliano dell’ONG Ecopeace – di fronte al ritiro delle acque e al formarsi dei crateri -. Non saremo più in grado di riportare il Mar Morto al suo periodo di massimo splendore, ma chiediamo che il suo livello venga stabilizzato”.
L’ONG Ecopeace, formata da scienziati giordani, palestinesi e israeliani, propone l’aumento della desalinizzazione del Mar Mediterraneo per alleviare la pressione sul Lago di Tiberiade e sul fiume Giordano e, così, far fluire acque nel Mar Morto. Ma chiede anche che l’industria sia “ritenuta responsabile” e paghi imposte maggiori.
Soluzioni?
Il Ministero dell’Acqua giordano, sollecitato da Afp, non ha offerto soluzioni ma ha dichiarato necessario “attirare l’attenzione del mondo per trovare soluzioni ragionevoli”. Ma lo scorso giugno la Giordania ha rinunciato all’idea degli Israeliani e Palestinesi di creare un canale dal Mar Rosso al Mar Morto; ha preferito la costruzione di un impianto di desalinizzazione per aumentare la propria fornitura di acqua potabile.
Il canale avrebbe portato 200 milioni di metri cubi al Mar Morto, ma da solo non l’avrebbe salvato, precisa Eran Halfi, idrologo presso l’Arava Scientific Institute, perché il lago salato ha “ un deficit di un miliardo di metri cubi all’anno”.
Quindi il Mar Morto è destinato a evaporare? Gli scienziati affermano che il suo declino è inevitabile almeno per i prossimi cento anni e i crateri continueranno a espandersi. Ma è possibile che poi riuscirà a trovare l’equilibro, perché man mano che la sua superficie diminuisce, l’acqua diventa più salata e l’evaporazione rallenta.
Immagini: Mar Morto 1)le doline; 2) le macchie di sale