Regno Unito fai da te? No lavoratori stranieri? Ahi ahi ahi

Chi si aspettava che gli effetti negativi della Brexit affiorassero dopo pochi mesi? Ma eccoli qua: complice la pandemia, l’uscita del Regno Unito dall’Europa avvenuta il 31 gennaio 2020 sta causando al Paese effetti che potrebbe tramutarsi in una crisi economica: la penuria di rifornimento di carburante per mancanza di manodopera. E quindi il premier britannico Boris Johnson è pronto a concedere oltre 10mila visti temporanei (da fine ottobre a tutto dicembre 2021) per arruolare lavoratori dall’estero.

Con essi il Regno Unito spera di fare fronte in particolare alla mancanza di camionisti e in altri settori chiave dell’economia locale come l’allevamento intensivo di pollame.

Già nei mesi scorsi andava affermandosi la preoccupazione anche sociale per il ritardo delle consegne del carburante con i distributori di benzina e i punti vendita di prima necessità come gli agroalimentari presi d’assalto.

Alcuni settori, d’altronde, l’allarme l’avevano lanciato da mesi, richiedendo la concessione di visti temporanei per almeno 100mila autotrasportatori. Inoltre come annunciato dal segretario dei trasporti, Grant Shapps, sono in esame altre misure eccezionali per far fronte al rifornimento natalizio del Regno Unito, come la campagna di concessioni di patenti specifiche.

Alla luce dei fatti s’infrange uno dei topos della campagna pro-Brexit ampiamente cavalcata dal premier Boris Johnson: non dipendere più dai lavorati stranieri.

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