Francia. Nessun volo se esiste l’alternativa ferroviaria
La Francia, già condannata dal tribunale amministrativo di Parigi di non rispettare gli Accordi di Parigi per il clima, si è posta all’ascolto degli ambientalisti (soprattutto i giovani del movimento Fridays For Future) che imputano agli aeroplani la colpa di essere mezzi di trasporto troppo inquinanti.
Il ministro dei Trasporti Jean-Baptiste Djebbar, l’aveva anticipato in un’intervista rilasciata all’emittente Rtl l’estate scorsa ha annunciando che avrebbe chiesto alla compagnia di bandiera francese Air France KLM e alle altre compagnie private comprese le low cost di eliminare tutti i voli interni troppo brevi; in particolare quelli “per i quali esiste un’alternativa ferroviaria” che permetta di viaggiare “in meno di 2 ore e mezzo”.
“Imporremo una normativa per ragioni ecologiche, che sia ovviamente compatibile con il diritto europeo, in modo che non ci siano effetti distorsivi sulla concorrenza” spiegò il ministro Djebbar.
Le decisioni della Francia assumevano maggiore importanza essendo poste alla compagnia di bandiera come condizioni indispensabili per ottenere l’aiuto di Stato necessario per salvarsi. Si trattava di 3 i miliardi di euro che il Governo aveva deciso – un anno fa – di stanziare per evitare il fallimento del gruppo Air France KLM, altri 4 miliardi sarebbero arrivati da prestiti bancari garantiti dal 90% dallo Stato.
Il 10 aprile 2021 la norma è stata approvata alla Camera, siglando, dunque, l’avvenuto negoziato tra la compagnia aerea di bandiera e il Governo. Le tratte aeree abolite saranno: da Parigi Orly a Bordeaux, Lione, Nantes, Rennes e da Lione a Marsiglia,
La misura rientra nel più ampio piano ambientale voluto dal presidente Macron che si prefigge di abbattere le emissioni di gas serra del 40% – rispetto ai livelli del 1990 – entro il 2030. Dunque l’affermazione del Tribunale amministrativo di venir meno agli Accordi di Parigi e, quindi, condannando il Governo di “inazione climatica” ha avuto il suo effetto.
Saranno contenti gli attivisti ambientalisti? Ai tempi della proposta della scorsa estate del ministro dell’Economia Bruno Le Maire e rilanciata dal ministro Jean-Baptiste Djebbar, secondo le leparisien.fr, il network ambientalista Climate Action e la Convention citoyenne pour le climat – una rappresentanza formata da 150 cittadini estratti a sorte – avevano giudicato la proposta governativa, una soluzione meramente “simbolica”, posto che per uno studio condotto dal network, la soluzione ridurrebbe le emissioni di CO2 soltanto del 6,6% e contro proponendo che i voli da eliminare avrebbero dovuto essere l’equivalente del viaggio in treno di 4 ore; forse un impatto economico inaccettabile per Air France che aveva già fatto notare come la proposta governativa metteva in pericolo diversi posti di lavoro.
Cosa accadrà ora? Dopo il passaggio alla Camera la misura dovrà ottenere l’approvazione del Senato e poi un’ulteriore conferma dell’Assemblea. Ma una cosa è certa: lo stigma all’aero come mezzo troppo inquinante ormai è tratto.