150° Gioacchino Rossini. Un turco in Italia, la magia di un’opera

Cara Italia, alfin ti miro/Vi saluto, amiche sponde/l’aria, il suolo, i fiori e l’onde/tutto ride e parla al cor/Ah! del cielo e della terra/bella Italia, sei l’amor. (cavatina da “Il turco in Italia”)

Il 13 novembre 2018 saranno trascorsi 150°dalla morte di Gioacchino Rossini (nella foto a lato), il celebre musicista di Pesaro, autore di tante opere buffe, che seppe rivoluzionare la composizione lirica.

Nel fitto programma delle celebrazioni per l’anniversario della morte del maestro, l’Istituto Italiano di Cultura di Londra ha presentato il progetto internazionale Il turco in Italia – La magia dell’opera, frutto della cooperazione tra le seguenti 5 istituzioni appartenenti a 4 Paesi europei: oltre all’Istituto Cultura, infatti, troviamo Associazione Musicale Tito Gobbi (Italia), Slezské Divadlo Opava (Teatro Silesiano Opava, Repubblica Ceca), Eesti Kontsert (Tallinn, Estonia) e la Proper Opera and Opera Co-Pro (Regno Unito).

La finalità del progetto è la promozione della mobilità internazionale dei giovani talenti e il miglioramento della cooperazione tra artisti e istituzioni delle diverse nazioni europee. E l’opera buffa “Il turco in Italia” di Gioacchino Rossini, sarà allestita in ognuno dei Paesi suddetti, diretta e cantata da artisti emergenti europei.  Oltre alla presentazione dell’opera il progetto includerà laboratori didattici rivolti agli insegnanti e ai bambini per invogliare i giovanissimi e i giovani alla cultura operistica.

Il turco in Italia è stata l’opera protagonista anche del progetto didattico multidisciplinare Un banco all’OPERA, che lo scorso maggio a Livorno ha portato dietro e sul palco circa 300 bambini e adolescenti dai 5 ai 14 anni.  Il progetto che mira ad avvicinare i giovanissimi alla lirica, ha scelto Il turco in Italia non solo per commemorare il suo autore, ma anche perché le opere rossiniane, giacché buffe, sono particolarmente adatte ai bambini.  In particolare quest’opera, con le sue peculiarità ben si presta alla realizzazione del programma multidisciplinare, permettendo di accostare gli studenti oltre che alla musica, anche all’italiano, alla geografia, all’educazione artistica e al tema della diversità culturale.  I giovanissimi sono stati coinvolti in ogni fase dell’allestimento e della produzione dell’opera e sul palco hanno affiancato artisti professionisti.

Grande fortuna, dunque, per quest’opera, ma fortuna postuma. Il turco in Italia non fu compresa al suo debutto a Milano nel 1814, meglio andò alla prima romana  nell’anno successivo. Come tutte le opere di Gioacchino Rossini fu  rappresentata poi in Europa e negli Usa, ma più che altro sulla scia dei grandi successi dell’autore di Pesaro, come Il Barbiere di Siviglia o La Cenerentola.

Una strada in salita insomma, insolita consuetudine per Rossini, acclamatissimo dai suoi contemporanei.  Ma il maestro fu tale, non solo per talento ma anche per capacità innovativa.  E Il Turco in Italia, ne è una chiara testimonianza con il suo inedito, per l’epoca, intreccio drammaturgico che vede in scena un poeta (autocitazione del librettista Felice Romano) alla ricerca d’ispirazione, di un’idea da sviluppare, di un soggetto i cui  personaggi sono tratti dalla vita reale.

“Una novità assoluta di straordinaria modernità – si legge sul Dizionario dell’Opera (ed. Baldini & Castoldi del 1996, ma più volte ristampato) – ma di certo di non immediata comprensione per la sensibilità di un pubblico abituato al comique absolu”, al genere grottesco e caricaturale, tanto per intenderci.

Fatto sta che la sorte favorevole per Il Turco in Italia, arrivò soltanto dopo più di un secolo, quando a metà del Novecento fu inserita stabilmente nei repertori lirici.  Ed eccola qui la storia della magia di un’opera lirica.

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